24 febbraio 2011

Ultimo tango a Kitaj Gorod

Vengo presentato a due loschi figuri: questa era la sorpresa annunciata, non puttane d'alta classe, ma due talebani in carne ed ossa. C'è un saudita, di nome Sultan, magro come un giunco, sui vent'anni, slanciato e giovanile, dal volto simpatico e dai capelli setolosi, ed il compagno di camera, Said l'iraniano, di età ignota ma potenzialmente sopra i trenta, vestito come un ingegnere sudato appena uscito dalla palestra, basso, tarchiato, pacioso, dai capelli unti e dagli occhi che si aprivano come lanterne non appena vedeva passare una femmina, occhi bianchi e giganti, come un pesce palla. Un iraniano ed un saudita: stento a crederci. Neppure nel migliore dei miei sogni. Mi vengono in mente un sacco di domande da fare al buon Said, ma decido di aspettare un attimo... ci voleva un minimo di confidenza, prima.

23 febbraio 2011

Cose degli ultimi tempi

RADIOHEAD - THE KING OF LIMBS
E' sempre complicato parlare di un grande nome: da una parte ci stanno i fan disperati che sbrodolerebbero di gioia pure per un album fatto coi fischi di Yorke mentre si lava le ascelle, dall'altra ci sta tutta una kritikina anti-alternativa pronta a spalare merda appena qualcosa fa presa oltre le quattro mura dei propri scantinati tapezzati di poster di gruppi post-rock indogiapponesi. Noi, che rispettiamo tutti - ci mancherebbe - diciamo semplicemente che quando il disco finisce, se non fosse per Codex, la voglia di schiacciare di nuovo play è davvero poca.



LYKKE LI - WOUNDED RHYMES
Pur non amando un certo modo autocompiacente di porsi della bella svedesina, da io sono un'artista con la A maiuscola molto sensibile e che conosce molto bene le emosioni dei giovani d'oggi, che puzza un poco di posa per attirare lo stuolo di ragazzine interrotte di ogni angolo del globo,  Lykke Li fa tre passi da gigante oltre il primo album - che si reggeva su tre pezzi ottimi ed una monotonia di contenuto - e butta fuori una bomba che prenota da subito un posto nella top ten di fine anno.



THE BUG - LONDON ZOO
Musica per un bunga bunga notturno nel cuore della foresta amazzonica, accerchiati da pire che bruciano cadaveri giamaicani intrisi di marijuana e donne con culi giganti stretti a fatica in gonnellini di canapa indiana.




BURIAL - UNTRUE
Forse nel 3050, quando William Bevan avrà finalmente il posto che si merita, vicino a Ludwig Van Beethoven ed Antonio Vivaldi, il mondo finalmente capirà il valore del miglior disco della storia della musica moderna.