28 dicembre 2010

Tamponamento mancato nei cessi e conseguente ritorno a casa

Dopo essersi abbondantemente strusciata sull'imberbe pacco dell'americano, la giovane Tatjana ritorna da noi. Temo che ci imponga di bere un'altra terribile vodka-redbull, ma in realtà non succede, no, la nostra Kilye Minogue pare aver fatto la sua scelta, e non sono io, e ci mancherebbe altro, e non è il Maestroni, ma è il buon Mark. Bene, penso io, che lo ammazzi pure, d'altronde si sa che fra russi ed americani non corre buon sangue, ed una volta versato il suo, chissà mai che mossa da pietà non decida di salvare la pelle di noi giovani inetti italiani.

Mi pare ancora di vedere le sue gambe accavallate su quello sgabello nero, e quel suo modo nevrotico di tirar fuori il cellulare dalla pochette di vernice.


Quindi, ricapitolando: io, Maestroni, frocio biondo, da una parte. Tavolino, niente cocktail (che senso ha spendere soldi se non ci sono donne nei paraggi?), Maestroni sporco di rossetto e con alzabandiera latente - Boris allupato. Poco distante, vicino al bancone: Mark con vodka-redbull d'ordinanza, la vedova nera, appollaiata sullo sgabello, mano vagolante fra la criniera selvaggia. Ambiente: la russa con fratello di poco fa, discussione accesa e vorticosa. Pacchianissimi pezzi di Dj Lebedev frammisti a pezzi random di TATU. All'angolino buio poco distante, una sirena celeste a cavalcioni su di un buzzurro rasato. Luci rosse che colorano il tutto. Tatjana mi fa un cenno. Mi chiama a raccolta. Mi pare come quando la Parimbelli mi chiamava alla lavagna per le interrogazioni di matematica. Mi tremano le gambe, quello sguardo, quello sguardo! Non ho mai imparato il teorema di Ruffini. Ma perchè non parla russo, mi chiede. E che ci posso fare, dico io. Gli americani sono così. Lei sbuffa. Tu sei bravo, parli tre lingue. Io dico grazie, beh, non è che le parli poi molto bene, guarda... sì, in effetti è vero, e tra l'altro neppure mi piaci, mi piace lui. Ah, grazie, dico io, posso andare ora? Non ho neppure un gesso bianco per sfogare la mia frustrazione, dio santo. Dove devo mettere le mani? No, non andare, ora andiamo in bagno, tienimi d'occhio la borsa... Mark, vieni!

E se ne andarono. Chiamai il Maestroni e gli raccontai la faccenda. Chissà che stavano combinando. Un po' come nei film, o nei video musicali, o nei libri, la borsetta appesa la porta, la femmina in equilibrio precario che rischia costantemente di cascare nel cesso. Ma sta succedendo sul serio od è tutto un sogno? L'altro ieri eravamo a mangiare i panini al prosciutto crudo e mozzarella alla Locanda Del Santo Bevitore di Cavernago, ed a breve appariremo sul TG5, apertura di prima pagina, Mentana sbraita, due italiani uccisi a Mosca! Non andate in Russia, la Russia è pericolosa, vi sedurranno e vi infileranno un palo nel culo e vi lasceranno a vene aperte fuori dal Cremlino! Le donne nascondono una pastiglia di sonnifero sotto la lingua e ve la passeranno durante il primo bacio! Salutiamo Claudio Cardinetti, studente provetto, cristiano provetto, figlio provetto, una cattedra già bella pronta per lui alla prestigiosa Università Degli Studi di Bergamo, salutiamo Luca Maestroni, potenziale latinista di livello mondiale, noto ai più per l'abitudine di passare metà delle sue giornate con le mani fra i capelli, un intero paese in lutto, il mondo della fisioterapia sconvolto, raccogliamo le condoglianze dei fisioterapisti di Perth, dove il nostro si recò a studiare ed ingravidò un numero di donzelle non inferiore al centinaio, .

Dopo una decina di minuti, ricompaiono. Lei non ha mica tutti questi capelli arruffati come succede nei film americani. Infatti, cristo santo, non hanno mica montato, solo violenti limoni. C'era un uomo nel cesso, non so se era svenuto o morto, mi dice. Un odore di vomito terrificante. Non voglio farlo qua, vediamoci domani, vieni da me, anzi no, non so, usciamo e poi vediamo. 

<< Era talmente ingrifata che le puzzava di fica pure la lingua >>

Grazie Marco, amo queste descrizioni puntigliose.

Sono ormai le cinque quando usciamo dal locale. Scoppia una discussione feroce fra Tatjana e Boris. Colgo a sprazzi: lui non vuole lasciarla sola. Perché? Non saprei. Forse c'è una taglia su di noi e Tatjana non vuole spartirla? Tutto può darsi, con questi imprevedibili slavi. Ovviamente la discussione viene vinta dalla femmina e Boris se ne va sotto la neve a capo chino, senza neppure degnarci di una parola.

Stranamente non salimmo sulla solita Lada d'ordinanza, ma su di un largo e comodo Suv, Tatjana si sedette davanti e noi ci sistemammo dietro, come tre piccoli e placidi porcellini. Il navigatore blaterava qualche indicazione in una lingua a me troppo ardua da comprendere, forse bashkiro, che importa, io tornavo col mio naso sul finestrino, a guardare i lampioni che mandavano fiochi riflessi, pozzanghere di luce. Il mondo correva attorno, come una giravolta. Era questo il divenire? Le strade si allargavano e si stringevano come fiumi alluvionati. Superammo un sottopassaggio ad alta velocità: quella sensazione alle palle come sulle montagne russe. La cattedrale del Cristo Salvatore. Le sue cupole dorate che ci dicono che anche Dio è con noi e nulla potrà toccarci. Gott mitt uns, o qualcosa del genere. Riconosco il prospekt verdnaskogo, stiamo per arrivare. Ma non ho ancora chiesto dove abita il Maestroni. Eccoci al MGU.

Qui successe una cosa particolare che è un po' complicata da raccontare, perché nessuno ricorda esattamente come avvenne, per cui mi limiterò a raccontare i semplici fatti senza sprechi d'aggettivi, fatti che vogliono i tre gentiluomini non degnarsi di tirar fuori neppure un rublo per pagare la corsa,  interamente pagata da colei che doveva assassinarci già da tempo fa. Senza alcun sdolcinato addio ci ritroviamo fuori dal Suv. Maestroni però deve chiamarne un altro: ha una stanza a rechnoj vokzal, ed è una fermata piuttosto lontana.

5 commenti:

  1. Non ho mica capito la cosa particolare complicata da raccontare. Era solo il fatto straordinario che la tizia ha pagato la corsa?

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  2. E' da un po' che non guardi il Tg5 eh?

    Ma lì com'è? Che fai? Puzzi?

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  3. puzza sicuro. gli inglesi si lavano poco, lui meno.

    comunque, so che sai che mi piace mettere i punti sulle I. si scrive gott mit uns, con una "t" il mit. almeno la decenza di googolare per i tuoi 25/5 lettori...

    per il resto sei figo

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  4. dio, sei proprio letterariamente ignorante. era voluto, o meglio, non era il senso lo scrivere corretto. asino.

    comunque sì, sedimento e puzzo 24 ore su 24. ^^

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  5. ahahahahah
    lo dovevi dire anche alla parimbelli, questo tuo incubo ricorrente, che i tuoi "errori" erano voluti.
    magari ci credeva e prendevi 4 e mezzo invece di 4.

    <3

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